I centri direzionali, dal mattone al vetro.
L’offerta lavorativa è sempre stata tra le principali attrattive di Milano, ma negli ultimi decenni è cambiata e si è trasformata.
La fisionomia della città è stata lungamente caratterizzata dalla sua
evoluzione industriale, dalle ciminiere delle fabbriche e dalle grandi di
concentrazioni produttive (Sesto San Giovanni, Bovisa, Rogoredo, Bicocca, Greco)
La crisi delle industrie e l’abbandono delle grandi fabbriche, la crescita
del terziario e del settore dei servizi, ha dato origine ad ulteriori
cambiamenti nel mondo del lavoro e di conseguenza ha cambiato anche l’architettura
ed il paesaggio urbano delle periferie.
Le fabbriche muoiono, e al loro posto nascono, antesignani dei centri
commerciali, i Centri Direzionali
Milano Fiori, Milano Oltre, Colleoni, Tucidide, Forlanini, San Cristoforo. All’uso del mattone si sostituisce il vetro. Costruzioni spesso uguali, a facciata continua, dove il lavoro “fordista” non è più alla catena di montaggio, ma alla scrivania e davanti ad un computer.
Ma ora non si produce niente; si ha bisogno di sedi di rappresentanza, sale riunioni e grandi open space per il lavoro degli impiegati, e come all’interno delle vecchie fabbriche una serie di servizi accessori per i lavoratori: mense, asili, circoli ricreativi, bar ed oggi anche negozi, palestre e cinema. Spesso fuori, il nulla della periferia.